La mostra La parola e la terra fa dialogare Gianfranco Baruchello (Livorno 1924) e Mirella Bentivoglio (Klagenfurt 1922) due artisti romani di fama
internazionale la cui ricerca è iniziata negli anni Sessanta e si caratterizza
per radicalità critica e sperimentazione linguistica. Ad accomunarli è
un’attenzione costante alla natura e alla cultura, che prende forma nell’uno in
mappe mentali e video nastri, scrittura, fotografia come terreno d’incontro tra
macro e microcosmo personale, nell’altra in metafore poetiche in cui collage di
parole e immagini costruiscono narrazioni destabilizzanti che capovolgono il
senso noto del reale, per svelarne aspetti inediti. Tra i lavori di Baruchello
si potrà vedere uno stralcio del libro La Quindicesima Riga che, come scrive
l’autore, nacque nel 1968 “dall’operazione apparentemente demente di copiare
quindici quindicesime righe di quattrocento libri, tirandole poi a sorte per
farne un oggetto verbale”, e una selezione dei suoi video, Il grano 1974,
Ballade 1996, Retard 1996, Tic Tac 1988, montati nell’opera The Coefficient del
2011, in cui sono sintetizzati alcuni temi centrali della sua ricerca:
l’indagine sul tempo, il rapporto con l’agricoltura, il giardino come piccolo
sistema all’interno del quale sperimentare nuove forme di convivenza tra le diverse
specie e praticare forme di coesistenza tra linguaggi e competenze avvalendosi
di modelli produttivi lontani dalle leggi del mercato e del successo. Tra i
lavori della Bentivoglio saranno esposti collage, fotografie, oggetti,
documentazioni di performance e azioni poetiche realizzate nell’arco di un
cinquantennio, a partire dalla fine degli Anni Sessanta. Le opere mostrano
alcuni esempi della sua sperimentazione tesa a esprimere graficamente una
visione complessa del reale, in cui l’inconscio fa affiorare l’origine remota
da cui sono nate le parole. In tale scenario un posto centrale hanno tutte le
specie viventi. “Nel desiderio di dare linguaggio umano agli animali ho
visualizzato il corpo di alcuni di essi usando le forme della scrittura”. Interessanti
i progetti dell’Uovo Trullo, nati dall’esperienza degli Incontri di Martina
Franca: sintesi di uovo e pietra, simboli di fragilità e fossilizzazione,
maschile e femminile in cui l’artista sintetizza nella sua forma primigenia la
sua ricerca sull’analisi-metamorfosi della parola come punto di partenza per
una trasformazione culturale. Protagonisti
di primo piano della ricerca artistica delle neoavanguardie, Gianfranco
Baruchello e Mirella Bentivoglio hanno mantenuto una posizione eccentrica
rispetto alle mode, scelta che ha consentito loro di approfondire la critica
all’arte e alla cultura di cui ribaltano contenuti, forme espressive, schemi e
norme. I loro lavori intrecciano,
infatti, un sapere complesso in cui psicologia del linguaggio, economia,
bioetica, scienze biologiche, naturalistiche, economiche convivono con la
ricerca estetica. Baruchello, ad esempio, s’interroga sulle relazioni tra arte,
cibo e agricoltura. La Bentivoglio esplora i rapporti che legano le parole alle
cose e le modificazioni che nel corso dei secoli ne hanno capovolto il senso e
l’uso. Ad accomunarli è uno sguardo attento alla natura nei cui confronti
sollecitano comportamenti più rispettosi nel riconoscimento della vita che
pulsa in uomini, animali e piante.
Martina Franca
Palazzo Barnaba, Via Principe Umberto, 49
Dal 21
novembre al 20 dicembre venerdì, sabato, domenica, ore 17,30-20,30
- fino al 31
gennaio per appuntamento (ingresso gratuito)
www.carrierinoesi.it
tel. 080.4801759 info@carrierinoesi.it
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